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Abstract

Gli aiuti allo studio sono da sempre oggetto di dibattito pubblico. Periodicamente occupano l’agenda di autorità e parlamentari ticinesi e le posizioni contrapposte sono riprese e diffuse dai media. Oggetto della contesa sono i metodi di calcolo che definiscono l’importo dell’aiuto, il suo valore massimo e la sua natura (borsa e/o prestito). Nel recente passato, il Cantone Ticino ha aderito all’Accordo intercantonale sull’armonizzazione dei criteri per la concessione degli aiuti allo studio (entrato in vigore il 1° marzo 2013) e varato la legge sugli aiuti allo studio (LASt), entrata in vigore nel 2015. Tali modifiche hanno portato a un cambiamento di paradigma nell’assegnazione degli aiuti allo studio con ripercussioni sostanziali sia in termini di accesso sia per quanto concerne la determinazione e la distribuzione degli importi. Ripercussioni che hanno riaperto il confronto politico sui “correttivi” da apportare per “migliorare” la situazione. Il presente contributo ripercorre i principali cambiamenti introdotti a livello normativo, mettendone in luce gli effetti più significativi sul piano applicativo, in particolare riguardo all’accesso all’aiuto allo studio e agli importi erogati, siano essi concessi a fondo perso o sotto forma di prestito.

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